martedì 11 marzo 2014

Le tre versioni di "Trieste" di Umberto Saba

S'intitola Trieste il volumetto pubblicato da Mimesis Edizioni nella collana Mimina Volti (pp. 48, euro 4,90). "Trieste" è una poesia sulla quale Saba tornò a più riprese e qui, in queste poche pagine curate da Davide Rossi, potrete vedere cosa cambia, cosa riscrive, cosa cancella Saba passando dalla prima versione del '12 a quella del '21 fino all'ultima (definitiva?) del 1945. Il librino di Mimesis, oltre a costituire la possibilità di leggere in sequenza i differenti versi che Saba dedica alla sua città, in una delle sue poesie più note, rappresenta motivo di interrogarsi sulle riscritture. Anche sulla filologia? Non saprei dire se questo tipo di lavoro e operazioni sia mestiere di filologi, oggi. Perché Saba ritiene giusto ritornare sulla stessa poesia, cambiarla, in un arco di tempo che abbraccia trentatré anni, con due guerre mondiali in mezzo? Perché non scrive semplicemente una nuova "Trieste" nel '21 e poi nel '45? Sono domande leziose queste? Sono lezioni queste tre versioni di Saba? Non è che Saba, con questa azione sulla poesia intitolata "Trieste", abbia raccolto le forze per puntare il dito verso un mutamento che forse oggi è sotto gli occhi di tutti, cioè che autore e filologo, autore e amanuense sono diventati la stessa persona? E che non esiste vero poeta che non sia, alla fine, anzi all'inizio, anche un grande critico?

(Senza dilungarmi troppo, per un libro tra l'altro così breve e ben circostanziato, propongo un ascolto della voce del poeta in quella che dovrebbe essere la sua unica apparizione televisiva nel 1954, tre anni prima della morte, nel neonato "servizio pubblico televisivo".)



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